Tutte le organizzazioni accumulano una mole di informazioni distribuite in documenti, procedure, manuali, metodologie quotidiane, conoscenze tacite e best practice implicite. Informazioni che si stratificano nel tempo e che spesso non vengono valorizzate e condivise, perché sembra davvero complicato organizzarle e tenerle aggiornate.
L’emergenza COVID ha mutato drasticamente le abitudini delle aziende e dei consumatori, partendo dal cambiamento delle abitudini di acquisto, fino al modo in cui viene trattato il cliente da parte delle aziende. Questi cambiamenti hanno portato le aziende ad affrontare un'evoluzione e una spinta all’innovazione, spingendole a trovare nuovi modi per interagire coi propri clienti.
Parlare di ascolto e comprensione del cliente attraverso tecnologie abilitanti e metodologie di analisi dei dati conduce prima o poi a pronunciare la formula magica Voice of the Customer . Di che si tratta?
Secondo IBM, ogni anno si registrano 265 miliardi di chiamate di clienti verso call center che generando una spesa a livello organizzativo di 1,3 trilioni di dollari. Un costo considerevole che può essere ridotto in modo significativo con i Conversational AI Agents, che rappresentano un canale self-service efficace che permette di ridurre i contatti diretti con gli operatori.
La Customer experience rappresenta l’esperienza complessiva che i clienti vivono durante tutta la loro relazione con l’azienda. Ogni volta che ci si appresta ad avviare progetti di Customer Experience, o ad acquistare tecnologia per migliorare la relazione con il cliente, occorre essere certi che la cultura aziendale e l'organizzazione siano orientate verso il cliente.
Quando si utilizza una Customer Data Platform real-time si possono governare dati e informazioni provenienti da più fonti e creare profili sempre più accurati dei propri clienti. Ogni passaggio può essere configurato secondo le esigenze dell’azienda in base al proprio mercato e al target al quale si rivolge.
I clienti sanno esattamente che tipo di esperienza vogliono vivere quando interagiscono con un’azienda, e sanno anche che le loro aspettative sempre più elevate in materia di engagement e personalizzazione possono essere pienamente soddisfatte attraverso la giusta combinazione di tecnologia, dati e human touch.
L’immersione totale nel digitale di questi ultimi mesi ha fatto toccare con mano molti degli argomenti ascoltati e discussi durante i nostri incontri. La mancanza di contatto fisico, la necessità di organizzare il lavoro da remoto ha dato un grande spinta al ripensamento dei customer journey, dell’approccio omnicanale e del ruolo del customer service.
Perché i clienti lasciano il brand? Quali sono le cause del churn? Le aziende che hanno trovato una risposta a queste domande hanno aumentato i loro profitti del 95%. Fornire ai clienti dei buoni motivi per restare con il brand nel tempo è un impegno che richiede alle aziende qualità e capacità connesse tanto alla tecnologia quanto allo human touch.
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